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lunedì 14 gennaio 2019

A scuola con Vane! Distopico?

Cari inchiostrati eccoci al primo post della nuova rubrica "A scuola con Vane"
Chi sono? Andate a curiosare nella pagina Staff del blog! 😉

Dato che il racconto della prossima recensione è di genere distopico, mi sono domandata "Sapranno tutti il significato di distopico?"
Senza troppe pretese qualche riga per introdurvi all'argomento.


Romanzo distopico

Il concetto di distopia nasce nel XIX° secolo e fu coniato dal filosofo John S. Mill nel 1868, Jeremy Bentham nel 1818 invece aveva già creato il termine cacotopia; stesso significato anche se con radici diverse. Dis- e cacos- sono le radici greche che indicano infatti cattivo.
Distopia infatti rappresenta il contrario di utopia. 
Con utopia si indica il vivere in un luogo o in una società dove tutto è perfezione, ideale, un luogo che non esiste. Distopia ne è il perfetto contrario, cioè una società altamente indesiderabile o spaventosa.
Le opere del genere distopico narrano solitamente di eventi che riguardano il presente, della società in cui viviamo, ma sono spostati in un futuro e in uno spazio immaginari.
Abbiamo due filoni principali: quello post-apocalittico e quello fantapolitico. 
Nel primo una grande catastrofe causata dall’uomo riporta il mondo ad una società primitiva e la popolazione è quasi verso l’estinzione. (Film: il pianeta delle scimmie) Nel secondo invece la popolazione si ritrova schiava di regimi totalitaristi, spesso prendendo in causa il regime nazista e quello stalinista. (La fattoria degli animali).

Che ne dite? Può essere utile?
Leggere è la via del sapere.
Alla prossima!
Vanessa I&P 

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