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mercoledì 24 luglio 2019

RECENSIONE - MATHILDA di Mary Shelley

Era da molto tempo che non mi dedicavo alla lettura di un classico, avevo perso l'abitudine ai racconti infarciti di frasi ridondanti cariche di descrizioni. Bisogna darsi il tempo di prendere il ritmo, niente scorre via sciolto.
Ho deciso così di dedicarmi alla lettura di un racconto di Mary Shelley MATHILDA, tradotto per noi da Alessandranna D'auria

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MATHILDA è una sedicenne orfana di madre dalla nascita. Il padre per il dolore della perdita decide di abbandonarla per ripresentarsi molti anni dopo. L'incontro con l'uomo che lei ha sempre sognato sarà aldilà di ogni aspettativa, ma la sua felicità sarà breve. La somiglianza tra lei e sua madre metterà in seria difficoltà la lucidità paterna.
È un racconto di dolore, di sofferenza, di solitudine. È chiaro che Mary Shelley abbia riversato su queste pagine tutte le sue perdite, tutto il dolore che si portava dentro. Non è una lettura semplice, o almeno non lo è stata per me. L'abilità della scrittrice nel descrivere gli stati d'animo e nel metterli a confronto con la natura che la circonda ti cattura. È un racconto molto autobiografico sotto molti aspetti.
Sono rimasta così colpita dal suo modo di descrivere e di scrivere che sono andata ad informarmi ulteriormente (La Darcy ci introduce alla perfezione all'inizio del racconto) sulla sua vita e a comprare Frankenstein per restare ancora un po' nel suo addolorato mondo.
Non rinunciamo ai classici, non accantoniamoli, leggiamoli e facciamo tesoro di quello che oggi spesso si trascura, la cura del dettaglio.
Restate inchiostrati.
Georgia I&P

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